Foto Andrea Zani

VIAREGGIO. Premessa: i viareggini sono sempre soliti dire, ogni anno, che i carri sembrano più piccoli e, soprattutto, meno belli delle edizioni precedenti. Stavolta, invece, si dovranno ricredere. Il livello qualitativo delle costruzioni di prima categoria è parso piuttosto buono, tenendo conto che molti carristi avrebbero potuto trincerarsi dietro ai tagli ai compensi, al ritardo dell’inizio della costruzione delle loro opere e al congelamento per un anno di avanzamenti e retrocessioni. Un plauso, dunque, a quei maghi della cartapesta che hanno scelto temi di attualità e si sono impegnati nel dare forma ai loro bozzetti.

Uno dei carri più apprezzati dal pubblico è “Minotauro” di Alessandro Avanzini: la maschera dorata della figura centrale risplende grazie al sole che illumina Viareggio e il corpo appare snodato nei movimenti. Suggestiva la coreografia curata, come sempre, da Angelo Bertini con una colonna sonora che non poteva non annoverare le inconfondibili note del sirtaki. Ben fatte le colonne del tempio in rovina situato dietro il Minotauro, anche se la costruzione nel suo complesso potrebbe essere più dinamica.

Favoriti per la vittoria, stando al giudizio di molti spettatori, sono anche i fratelli Umberto e Stefano Cinquini, al rientro in prima categoria: la loro attualissima “Guerra dei poveri” piace per l’interazione con gli spettatori e per i colori vivaci delle maschere sul carro. Belle le rifiniture sul retro della costruzione – una chicca il lampadario che pende dal soffitto in uno dei terrazzini -, simpatica l’idea del mini carrarmato che spara coriandoli e dell’aeroplano guidato da un Umberto Cinquini stile aviatore con tanto di pistola ad acqua. Alto indice di gradimento anche per “Le nozze coi fichi secchi” di Massimo Breschi: la Balilla che trasporta Monti e Napolitano è di proporzioni faraoniche ed è divertente il balletto sulla parte anteriore del carro con i mascheroni di vari politici. Unico neo, forse, l’assenza di figuranti a bordo: le maschere, vestiti in abiti da spose e sposi, sfilano tutte a terra formando una sorta di corteo nuziale. E, come il “Gita turistica” del 1955 che presentava una struttura molto simile, la grande automobile avrebbe potuto essere sviluppata inclinata verso il pubblico.

Da rivedere “Potere in maschera” dei fratelli Luigi e Uberto Bonetti: i movimenti delle cinque arpie sono, sulla carta, altamente spettacolari ma la costruzione è stata fortemente limitata in questa prima uscita. Colori brillanti e luminosi tanto per i cinque mascheroni quanto per i figuranti, che riempiono la troppo vuota base della carretta. Da ricordare, comunque, che il soggetto è un vecchio bozzetto di Giovanni “Menghino” Lazzarini. Anche “Ma il cielo è sempre più blu” di Roberto Vannucci gioca il ruolo di possibile outsider: la figura centrale – il movimento ricorda quello dello scimmione che vinse nel 2003 – è mastodontica come nella miglior tradizione del costruttore, i costumi bianco-oro delle maschere ben si sposano con le scelte cromatiche del carro, ma il vero valore aggiunto sono le ballerine che si muovono nelle impalcature ai piedi del grande clown. Poco immediato, forse, il messaggio che si cela dietro la costruzione.

Piccolo passo indietro rispetto a un anno fa per Gilbert Lebigre e Corinne Roger, anche se la loro “Fuck the Austerity Jazz Band” risulta accattivante per l’architettura del carro, lo stile espressionista e naif dei mascheroni – il copricapo del suonatore del contrabbasso sembra fatto di tessuto – e la gradevolissima colonna sonora: azzeccata la scelta dei costumi. Farà sicuramente discutere, invece, “Non ti scordar di me” di Franco Malfatti: qualcuno dirà che è un carro funereo e poco carnevalesco, ma come fa notare il costruttore stesso “nel Carnevale c’è più tristezza che banalità”. Nulla da eccepire sul piano dei contenuti, ma la sua opera appare troppo statica e vuota in alcuni punti. Il tema, comunque, è di forte impatto sul pubblico.

Lecito, infine, attendersi qualcosa di più da parte di Carlo Lombardi: il suo “Il pollaio” non è di dimensioni imponenti e l’uso dei cartelli per indicare la corrispondenza tra polli e paesi dell’Unione Europea sembra mettere a nudo una satira di non facile lettura. Buona, invece, l’idea di fare un vero e proprio recinto con tanto di piume nella parte inferiore del carro, festosa e coinvolgente l’allegria dei figuranti.

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2013 carnevale di viareggio carri prima categoria

ultimo aggiornamento: 03-02-2013


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